Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

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Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

Adriano Rossi - Sociologo
Pubblicato da Adriano Rossi in Relazioni · Giovedì 20 Gen 2022
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Crisi di coppia dopo la nascita di un figlio


Da coppia a famiglia: che cosa cambia?
La nascita di un figlio, e soprattutto del primo figlio, comporta una riorganizzazione famigliare che coinvolge molto profondamente la coppia e che spesso innesca processi critici nella relazione che portano ad una vera e propria crisi di coppia.

Gli equilibri tra i due partner, che generalmente sono frutto di un percorso di convivenza e di conoscenza reciproca, vengono infatti alterati al punto da provocare vere e proprie . Impegno, fatica fisica e mentale, maggiori responsabilità, perdita di gran parte della libertà sono soltanto alcuni aspetti collegati alla nascita di un figlio, un evento senza dubbio ricco di gioia, ma anche di problematiche.

Come cambia la vita di coppia dopo la nascita di un figlio


Come cambia la vita di coppia dopo la nascita di un figlioNon sempre e non tutti i genitori sono in grado di gestire in maniera corretta il turbinio di sentimenti che accompagna la nascita di un figlio e, se il loro legame non è sufficientemente saldo e collaudato, inevitabilmente il rapporto entra una crisi molto profonda. Nella maggioranza dei casi la causa scatenante è l'inadeguatezza ai cambiamenti naturali che la nascita di un figlio genera. Spesso la mancanza d'esperienza contribuisce a rendere difficili le relazioni interpersonali, anche con le famiglie d'origine che generalmente prendono ognuna le difese del proprio figlio.

Il lavoro per la ricerca di una maggiore reciprocità, che si rivela pieno di ostacoli da superare, richiede innanzi tutto un'opera di condivisione che può essere estremamente complessa. Inizialmente bisogna accettare i nuovi ruoli di madre e padre, che rendono possibile il passaggio da coppia a famiglia, anche tenendo conto del fatto che qualsiasi nascita è un evento multi-generazionale riguardante non soltanto i neo genitori, ma anche nonni, zii e parenti in genere.

È quindi necessario impostare nuovi ruoli e funzioni, che coinvolgono il nucleo famigliare esteso e non soltanto la coppia. Proprio questo è uno dei principali fattori scatenanti la crisi. Durante la gestazione i futuri genitori sono coinvolti in maniera quasi totalizzante dalle emozioni positive legate al lieto evento, senza valutare razionalmente tutti gli aspetti che si collegano alla genitorialità.

Di conseguenza, nel momento in cui tale cambiamento diventa reale, possono concretizzarsi timori e ansie che, nei nove mesi di gravidanza, erano rimasti sopiti. Le nuove e impellenti richieste del quotidiano richiedono una gestione (sia operativa che emotiva) completamente differente e spesso molto faticosa. Coppie affiatatissime si possono trovare ad affrontare un periodo di lontananza fisica ed emozionale, durante il quale ognuno dei due neo-genitori si sente solo e inadeguato ad affrontare la situazione.

Al contrario, coppie apparentemente poco unite possono trovare nella nascita di un figlio lo scopo per collaborare reciprocamente e per rinsaldare il proprio legame.

I percorsi mentali ed emozionali collegati al passaggio da coppia a famiglia sono difficili e quasi sempre imprevedibili, poiché il passaggio alla genitorialità coinvolge nel profondo la sfera psico-emotiva di entrambi i coniugi. Affronto frequentemente coppie entrate in profonda crisi dopo la nascita del figlio, ci sono coppie che hanno bisogno di allontanarsi in una sorta di per poter ritrovare il proprio equilibrio psico fisico.

La coppia durante i nove mesi di gravidanza


La coppia durante i nove mesi di gravidanzaIn un primo momento la notizia del lieto evento è sempre motivo di gioia non soltanto per la coppia, ma anche per i parenti che costituiscono la famiglia estesa. La gestazione è pertanto vissuta come un periodo magico, durante cui la futura mamma si sente particolarmente amata in quanto al centro dell'attenzione da parte del suo compagno.
 
In questa fase ideale la coppia tende a dimenticare eventuali fasi conflittuali antecedenti al concepimento e i coniugi concentrano tutte le loro attenzioni sul futuro cambiamento che li aspetta. L'euforia che si crea in vista della nascita può comunque essere fuorviante in quanto provoca di solito aspettative troppo idealizzate sulla gestione della famiglia che sta per crearsi.

I nove mesi vengono definiti infatti di "dolce attesa”, proprio in relazione alle condizioni di serenità, rilassatezza e amore reciproco. In questa fase i rapporti intimi iniziano a calare e spesso diventano la causa futura di crisi o separazioni.

In realtà questa fase funziona come un filtro schermante rispetto alle criticità che si mostreranno dopo il parto e collegate soprattutto alla genitorialità, una sfida in grado di destrutturare ampiamente gli equilibri di coppia.

Soltanto se un simile empasse viene riconosciuto e affrontato adeguatamente, le conseguenze potranno essere transitorie e la crisi sarà quindi un momento passeggero di una solida relazione.

I genitori, consci di essere chiamati ad affrontare una importante sfida, saranno dunque in grado di impostare una nuova vita da famiglia e non più da coppia. Tuttavia in questa fase sono insiti dei meccanismi che potranno diventare oggetto di crisi in futuro. Molte donne mi dicono di “aver trascurato il marito in questa fase” dimenticando che in un certo modo è del tutto normale che ci si possa concentrare ad altro. Chiaramente perché mi dicano questo significa che il proprio uomo non è più innamorato, distante, distaccato, forse ha una nuova partner. Affronteremo tra poco questa eventualità.

La coppia alla nascita


La coppia alla nascitaAnche quando un figlio è stato desiderato, cercato, voluto e atteso con amore, la sua nascita è un evento estremamente destabilizzante poiché stravolge in pochissimo tempo ogni abitudine e soprattutto l'intimità, gli scambi emotivi e il modo di rapportarsi dei neo-genitori.

La coppia destrutturata deve innanzi tutto impegnarsi a creare un nuovo equilibrio, impresa piuttosto difficile a causa dei numerosi e pressanti impegni pratici che ogni nascita comporta.

La mancanza di sonno, i timori di non sapere gestire la situazione, l'incertezza del futuro e la stanchezza psicologica sono soltanto alcuni dei fattori predisponenti all'insorgenza di criticità nella coppia.

La suddivisione di spazi e tempi si modifica completamente e la nuova organizzazione quotidiana può rivelarsi molto impegnativa, anche perché non corrisponde a quanto idealizzato durante la gravidanza.

Non bisogna pensare che sia soltanto la mamma a subire una condizione del genere, perché, soprattutto nei nuclei famigliari dei nostri giorni, anche i papà hanno un ruolo attivo e molto importante.

Subito dopo la nascita i neo-genitori si trovano ad affrontare ritmi estremamente accelerati e dipendenti quasi soltanto dalla cura del neonato e devono pertanto modificare la maggior parte delle loro consuetudini.

La neo-mamma, in particolare, che per nove mesi si è sentita in qualche modo vincolata alle limitazioni (fisiche e psicologiche) della gestazione, non sempre accetta di buon grado un altro periodo di ulteriori sacrifici.

Una delle principali conseguenze di tale riorganizzazione riguarda la vita di coppia, obbligata a trovare nuovi modi e nuovi tempi per vivere un rapporto a due e non soltanto a tre.

La gestione dell'intimità può trasformarsi in un vero e proprio spauracchio, a causa del quale i rapporti sessuali vengono lungamente sospesi.

Se nel primo anno di vita del bambino generalmente la coppia non avverte in maniera chiara l'insieme di problemi insorti dopo la nascita, nel momento in cui il figlio incomincia a diventare più autonomo (cioè verso i 2-3 anni), i coniugi incominciano a percepire il timore che nel loro rapporto qualcosa si sia deteriorato.


Se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere il mio articolo:


Come superare la crisi di coppia dopo la nascita di un figlio


Come superare la crisi di coppia dopo la nascita di un figlioNon tutte le coppie entrano in crisi dopo la nascita di un figlio, ma la maggior parte sì. Di seguito 10 consigli per poter gestire la crisi di coppia dopo la nascita di un figlio

1. Nei primi mesi, la strettissima relazione madre/figlio provoca solitamente una prevedibile esclusione del padre, un evento funzionale alla crescita del neonato che ha bisogno unicamente della figura materna. Questo fattore contribuisce all'allontanamento tra i coniugi, poiché il marito, che non si sente parte integrante della famiglia, potrebbe sviluppare una sorta di inconfessabile gelosia. Il metodo migliore è quello di ritagliarsi spazi dedicati soltanto alla coppia, il cui il neonato non deve partecipare, magari perché è stato affidato ai nonni oppure ad altri parenti.

2. A volte succede anche il contrario, in quanto è la neo-mamma che arriva ad accusare il compagno di averla lasciata sola in un momento tanto delicato della sua esistenza. La presenza del padre nei primi mesi dopo il parto in realtà, è fondamentale sia per la madre che per il bambino, in quanto è proprio in questo periodo che si gettano le basi per la futura famiglia. Proprio per questo motivo la soluzione migliore è fare in modo che entrambi i genitori si sentano ugualmente partecipi alla gestione de figlio, fin dalle sue prime settimane di vita. Pertanto la mamma dovrebbe sempre chiedere aiuto al papà nell'accudimento del bambino, per facilitare la naturale evoluzione da coppia a famiglia.

3. Quando i confini della coppia si allargano per accogliere un figlio, si passa da una diade a una coppia genitoriale, che prevede una nuova e complessa organizzazione. Si verifica infatti una frattura dell'equilibrio di vita a due, necessaria per lasciare spazio al nuovo nato e per creare un modo funzionale ed equilibrato di gestione genitoriale.

Questo mutamento non è del tutto indolore, ma al contrario può generare una profonda criticità tra i coniugi, che spesso si sentono trascurati o addirittura abbandonati dal partner. È proprio in quel momento che bisogna riorganizzare le dinamiche di coppia, cercando di accettare senza problemi un simile cambiamento mediante un'equilibrata suddivisione dei compiti. I neo-papà moderni di solito hanno seguito con la compagna i corsi di preparazione al parto e quindi sono perfettamente in grado di supportarla o addirittura di sostituirla nell'accudimento del bebè.
 
4. Diventare genitori è un atto che può limitare notevolmente le esigenze personali per concedere la priorità al figlio, per affrontare pesanti responsabilità quotidiane, inevitabili dubbi e timori derivanti dal ruolo genitoriale. I coniugi che non riescono a condividere le responsabilità contribuiscono a squilibrare la coppia, fino a provocare l'insorgenza di crisi più o meno profonde causate dall'incapacità di assumersi le incombenze famigliari legate al quotidiano.

Per affrontare in maniera corretta una simile criticità è necessario che i due coniugi affrontino la situazione non soltanto come coppia, ma anche chiedendo supporto alla famiglia d'origine.


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5. Dopo il lieto evento, ognuno dei genitori si affida (coscientemente oppure in maniera inconsapevole) a modelli che ha interiorizzato nel suo vissuto e che non sempre trovano l'approvazione del partner.  Ciascuno tende a svolgere il ruolo di madre e di padre riferendosi alla propria madre e al proprio padre, oppure, al contrario, assumendo un comportamento completamente opposto poiché i modelli interiorizzati sono stati messi in discussione.  

La diversa provenienza di tali modelli famigliari è generalmente responsabile di differenti stili educativi e relazionali, in grado di condizionare in modo incisivo l'accudimento al figlio. Anche in questo frangente la coppia può superare l'empasse soltanto se la relazione è salda e basata su sentimenti sinceri, e se è presente una profonda volontà di supportarsi vicendevolmente.

6. Un aspetto molto importante è senza dubbio rappresentato dal dialogo, poiché soltanto confrontandosi serenamente e senza aggressività i due coniugi possono avere l'opportunità di risolvere un'eventuale crisi. Molto spesso succede che le incalzanti incombenze pratiche rendano particolarmente difficile trovare il tempo per parlare con serenità.

7. Un suggerimento sempre valido può essere quello di prepararsi alla futura nascita documentandosi su testi di psicologia comportamentale e dell'evoluzione, per essere pronti ad accogliere tutti i cambiamenti e le difficoltà potenziali. Questo significa anche sviluppare una notevole flessibilità nel mutamento esistenziale e agevolare le inevitabili metamorfosi che la genitorialità comporta. Facendo riferimento alle competenze di esperti oppure alle esperienze di altre coppie, il compito genitoriale si semplifica notevolmente.

8. Complicità e condivisione dei progetti di vita famigliare e una forte volontà a migliorarsi personalmente e come coppia sono presupposti essenziali per affrontare in maniera consapevole i problemi legati alla nascita di un figlio. Da un atteggiamento del genere scaturisce anche una maggiore attenzione, che non deve essere rivolta soltanto verso il neonato ma anche tra i coniugi. Poter contare su un buon equilibrio reciproco preesistente alla nascita offre senza dubbio l'opportunità di migliorare le relazioni interpersonali nell'ottica di una maturazione reciproca.

9. È necessario mantenere occasioni spaziali e temporali riservate unicamente alla coppia, per recuperare una sintonia che spesso viene alterata a causa dei gravosi e improrogabili impegni quotidiani. Bisogna inoltre evitare la creazione di un binomio fisso con il figlio, supportando la modalità di "fare squadra", derivante dalla suddivisione condivisa e ragionata degli impegni.

10. Un altro mezzo per affrontare una crisi di coppia dopo la nascita del figlio è quello di mantenere attiva la sessualità e di non trascurare l'aspetto fisico né psicologico, un rischio che si corre anteponendo costantemente le esigenze del bebè alle proprie. Anche se è inevitabile affrontare alcuni cambiamenti del corpo, è tuttavia indispensabile che la comunicazione gestuale tra i coniugi non diminuisca e che si mantenga viva l'attrazione dei sensi.


Conclusione

Apprezzarsi e incoraggiarsi a vicenda per rinforzare la stima e la fiducia reciproca sono atteggiamenti particolarmente utili quando i neo-genitori accusano segnali di stanchezza ed esaurimento psico-fisico.

È prevedibile che, dopo la nascita di un figlio, subentrino periodi difficili, ma è auspicabile che tali periodi vengano risolti per gettare solide basi di una vita famigliare il più possibile serena e appagante. La coppia non dovrebbe mai sottovalutare i segnali di crisi ritenendoli passeggeri. Quando c’è sentore di crisi bisogna semplicemente agire, non affrontare la crisi per paura delle conseguenze avrà solo un risultato, la situazione peggiorerà inevitabilmente in futuro.


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